Il mio buio

IL MIO BUIO, scritto di un ragazzino

Le cose che mi ricordo della mia esperienza appena giunto in Italia dopo il mio “trasferimento” dalla mia
città natia sono:
avevo paura delle persone in quanto mi sentivo del tutto spaventato perché dentro me, anche se non capivo, mi sentivo lontano dalle mie affezioni, dalla mia casa dell’adozione, dagli amici e da me stesso.
E, seconda cosa, la più importante, è che ogni giorno dopo essere arrivato in Italia, al mio risveglio non capivo perché non rivedevo i miei amici, e tutti coloro che mi erano stati a fianco nei momenti difficili ovvero coloro che mi hanno aiutato dopo l’abbandono e il trauma, anche senza rendermene conto, che avevo subito.

Se ora dovessi tornare in Ucraina, in particolare alla casa dell’adozione, io avrei subito in mente odio e paura ripensando alla mia storia ma in contemporanea penserei alla gioia ritrovata successivamente grazie a coloro che mi hanno salvato e mi hanno riportato alla luce sulla mia strada, la quale era alquanto buia, perché essi mi hanno dato nuova vita e su questo credo che tutti i ragazzi adottati debbano essere debitori, ovvero i genitori.