L’affido
Con questo articolo vorrei spiegare brevemente di cosa si tratta e chiarire bene come al centro dell’affido venga messo il minore e la sua famiglia di origine.
Questa “istituzione”, poco conosciuta ed a volte ingiustamente criticata, è basata su valori sociali ed educativi.
La tutela dell’affidamento familiare deve avere al centro l’interesse del minore, il suo benessere, la sua
crescita e la tutela dei suoi diritti, compreso quello di crescere in una famiglia.
L’affido è una misura per garantire una famiglia ad ogni minore, che si aggiunge e non sostituisce quella di origine.
Il minore viene allontanato, quando necessario, da una situazione che mette a rischio la sua sicurezza fisica e psicologica garantendo l’attenzione, la cura e la protezione che gli è dovuta, per il tempo che serve.
La logica non è quella di separare, ma di aiutare i soggetti coinvolti a recuperare ognuno le proprie risorse e capacità.
Nella normativa nazionale (e internazionale) l’affido familiare è una misura che interviene a protezione dei minori e a sostegno delle loro famiglie fragili, con difficoltà spesso multiple (ad esempio, tossicodipendenza, alcolismo, carcerazione dei genitori e/o, problemi di salute psichiatrica, depressiva, e/o problemi di violenza domestica).
È molto importante sottolineare come l’affido familiare non sia disposto in alcun caso unicamente per
problemi economici della famiglia del minore, per i quali i servizi territoriali hanno a loro disposizione strumenti di supporto idonei.
L’affidamento familiare si muove, in due aree : quella della prevenzione, attraverso l’attivazione tempestiva di interventi di supporto e di sostegno mirati per il recupero delle capacità genitoriali della famiglia di origine e quella della tutela del minore, affidandolo ad una famiglia che possa fargli capire che essere genitori e figli non è sempre così come loro hanno creduto fino al momento dell’allontanamento.
Per ottenere tutto questo, servono risorse economiche ed umane per potenziare la rete dei centri per
l’affido e della giustizia minorile, a tutela dei diritti dei ragazzi ed a sostegno delle famiglie di origine ed
anche a quelle affidatarie, per supportare il loro impegno a sostegno della comunità.
Chiarito questo, per esperienza personale posso dire che i ragazzi, una volta superati i primi tempi in cui
non realizzano chiaramente il motivo per cui sono stati allontanati dalla famiglia di origine, arrivano solitamente ad un punto in cui “aprono gli occhi” e finalmente vedono i limiti della loro famiglia di origine ed iniziano ad apprezzare il lavoro fatto d istituzioni e dalle famiglie affidatarie.
Con questo team alle spalle che li aiuta e protegge, crescono più consapevoli e strutturati.
Sarà quindi più facile per loro capire i problemi di chi li ha fatti nascere e li ha cresciuti per parte della loro vita e le motivazioni di chi li ha accompagnati alla maggiore età, affiancandoli e sostenendoli con competenza, affetto e amore.
L’affido é la nascita di una nuova forma di “famiglia allargata” che include e non esclude nessuno!
Francesca Limoni