Il Metodo Feuerstein è stato ideato da Reuven Feuerstein, nato in Romania nel 1921, da genitori ebrei, dove vi trascorse infanzia e adolescenza.
Poco prima dello scoppio della seconda guerra mondiale Feuerstein, che insegnava in una scuola per i
figli dei deportati di Auschwitz, fu arrestato e internato in un campo di concentramento da cui fuggì e si
imbarcò verso Israele dove poi si occupò dei bambini scampati alla persecuzione nazista.
Lavorando con questi ragazzi, colpiti da condizioni di vita ed occasioni di apprendimento molto diverse dai coetanei, mise a punto la teoria MCS della Modificabilità Cognitivo Strutturale: l’intelligenza si può
imparare. insegnare e aumentare con le giuste strategie di pensiero.
È oramai consolidato scientificamente che il nostro cervello è plastico, capace di creare nuove strutture
neuronali quando è sottoposto a stimoli, e il metodo Feuerstein si basa proprio su questo principio,
utilizzando il PAS, Programma di Arricchimento Strumentale.
Grazie alla prova pratica fatta durante l’incontro, la Dott.ssa Quadrini ci ha illustrato, analizzando i vari
metodi usati dai partecipanti nell’osservazione di una immagine, quanto sia importante la classificazione.
Utilizzando la metacognizione, cioè la consapevolezza degli aspetti razionali e intellettivi messi in atto,
nelle 3 fasi principali applicate nel momento in cui si affrontano i problemi (input – elaborazione – output), è possibile sviluppare ulteriormente le proprie capacità cognitive, di apprendimento e di concentrazione.
Fondamentale è l’intervento del mediatore e le emozioni che accompagnano gli aspetti relazionali e
cognitivi durante il processo di apprendimento.
Il metodo si avvale di 14 strumenti (fogli con differenti consegne da compilare o utilizzare) per un totale di 500 esercizi, e ha vari livelli (PAS livello 1. 2 e 3) e viene usato in numerosi campi: scolastico, delle
organizzazioni, del personale, nella formazione, nelle aziende e si avvale dei passi fondamentali di
osservazione, strategia, controllo e in ultimo, collegamento tra lo strumento e le attività concrete.
Ringraziamo la dott.ssa Benedetta Quadrini che con tanta disponibilità nei confronti dell’Associazione è
venuta a descriverci, in così poco tempo, questo metodo coinvolgendoci anche in brevi esercizi.
Aggiungiamo il suo suggerimento di un testo adatto per approfondire a livello personale :
“Come insegnare l’intelligenza ai vostri bambini” di Nessia Laniado ed. red!
E chissà che non ci rivedremo per qualche progetto insieme, per i nostri ragazzi, nella nuova sede.